Esistono tecniche per migliorare la qualità della voce? Come posso migliorare la mia espressività vocale? Oggi ospito la doppiatrice Marlene De Giovanni sul mio blog proprio per rispondere a queste domande!
Qualità della voce: l’importanza della respirazione
E’ possibile migliorare la propria espressività vocale? Se sì, come? E’ una domanda che spesso mi rivolgono diversi professionisti che usano molto la voce nel loro lavoro. Dunque, per poter avere una buona qualità vocale la cosa più importante da ricordare è…RESPIRARE! Lo so, può sembrarti un concetto banale, scontato, ma assolutamente non lo è! Non puoi minimamente immaginare quante volte durante la giornata stiamo in “apnea” o respiriamo “male”.
Una buona respirazione consiste nell’attivazione del diaframma, un muscolo a forma di cupola dalla consistenza membranosa che divide la cassa toracica dall’addome. Durante l’inspirazione questa cupola si abbassa per lasciare espandere i polmoni, durante l’espirazione, cioè quando i polmoni rilasciano l’aria, il diaframma si alza.
Questo tipo di respirazione è anche detta respirazione “bassa”.
Anche questo può forse sembrare un concetto superfluo, ma non lo è affatto, considerando che, purtroppo, attiviamo il diaframma in maniera totalmente corretta solo in posizione supina, mentre per il 90% della nostra giornata utilizziamo una respirazione “alta” ossia quella clavicolare, che ci permette di espandere i polmoni solo in minima parte. Questo implica a lungo andare una serie di danni: reumatismi, ansia, contratture, voce roca, afonie, stanchezza vocale e se lo sforzo vocale è prolungato ed eccessivo, noduli…
Esercizi per ritrovare la respirazione “bassa”
Per ritrovare una respirazione bassa, sdraiati a pancia in su e appoggia un piccolo oggetto sulla pancia (un libro, una matita, una gomma…) e prova a respirare naturalmente…senza pensare…vedrai l’oggetto muoversi su e giù seguendo il ritmo della tua pancia. E voilà! Avrai ritrovato la respirazione bassa! 🙂
Adesso torna in posizione eretta e metti le mani sui fianchi, con il pollice verso la schiena e le altre quattro dita sulla pancia in direzione dell’ombelico. Inspirando prova ad accompagnare o “spingere” con la pancia le 4 dita in avanti. Anche in questo caso, stai attivando la respirazione diaframmatica.
Usare il diaframma significa tornare alle origini! Tutti noi nasciamo utilizzando il diaframma al 100%: pensa solo alla potenza della voce di un neonato e alle grida che emette quando ricerca attenzione; se non usasse il diaframma diventerebbe afono nel giro di pochissimi minuti. La vita ahimè purtroppo ci porta ad accusare stress: piccoli o grandi sconvolgimenti emotivi ci fanno dimenticare una sana respirazione a vantaggio di una respirazione più ansiogena e decisamente scorretta.
La voce: i quattro errori più frequenti
Di seguito citerò i quattro errori più frequenti (e i relativi rimedi) che capitano quando si parla a qualcuno, che sia un vasto pubblico o un singolo interlocutore:
1) La velocità “supersonica”: qualcuno ha forse mai indetto un gioco a premi per decretare giornalmente il vincitore mondiale in grado di pronunciare il maggior numero di parole nel minor tempo possibile? No, almeno non su questo pianeta.
Quindi: vai piano! Piano!…ho detto piano! 🙂
Parla a un terzo (talvolta un quinto) della velocità con cui sei abituato a parlare normalmente!
Parlare veloce oltre a non dare valore e chiarezza alle parole e ai concetti espressi ti fa sembrare ansioso e stanca il tuo interlocutore.
2) Non fare pause!
Falle invece, sono belle…rendono interessante ed emozionante un discorso. Pause strategiche possono sottolineare concetti chiave. Possono aiutarti a essere più incisivo, carismatico e sono anche utili a raccogliere le idee quando sei in difficoltà. Il tuo speech grazie alle pause diventa anche più…”regale”.
Impara a fare pause ANCHE all’interno della stessa frase. Ovviamente tale abilità è un’arte, richiede perizia, non si può fare a caso e va allenata.
3) Non scandire bene le parole.
Quante volte, sempre per colpa della velocità con cui si parla, sentiamo persone che mangiano l’ultima lettera di tutte le parole pronunciate o peggio ancora l’ultima sillaba? Un esercizio per porre rimedio a questa mancanza è leggere un testo, o semplicemente raccontare qualcosa, e alla fine di ogni parola aggiungere una “T”. Ad esempio: “Oggi è una bella giornata di sole” diventa “Oggit èt unat bellat giornatat dit solet”. Esercitati così finché non supererai questa forma di “pigrizia verbale”.
4) Scivolare sulle parole.
Questo accade quando all’interno della parola, l’incontro delle lettere è confuso o non si pronunciano in modo corretto tutti i suoni consonantici. Spesso si scivola sulle “R”, pronunciandole in modo abbozzato. Stessa cosa i suoni con “Br”- “Pr”- “Tr”. Negli ultimi tempi sto facendo molto caso a questo fenomeno: per pigrizia verbale molti pronunciano il suono “St” quasi come una doppia “S”slittata. Così “questo” diventa “queSSo”, “stesso” diventa “SSesso” e così via.
Un esercizio che nel tempo ho trovato particolarmente efficace sui miei allievi è la divisione sillabica: articolare piano le parole, dividendole in sillabe, pronunciate tutte sulla stessa nota, come se le sillabe stesse fossero parole di senso compiuto all’interno di un elenco.
Ad esempio, nell’immaginare la divisione sillabica classica della parola “Casa”, penseremmo a questa continuità “Ca-sa”, invece bisogna pensare alla parola “Casa” così:
-Ca
-Sa
Atro esempio “Vermiglio”:
-Ver
-Mi
-Glio
e ancora “Intestazione”:
-In
-Te
-Sta
-Zio’
-Ne
E così via… 🙂
Ti ringrazio per avermi seguita fin qui. Spero che questo articolo e il mio precedente ti abbiano dato nuovi spunti e nuove consapevolezze. Ho trattato argomenti che in realtà sono estremamente ampi e andrebbero sicuramente approfonditi e arricchiti con infinite altre nozioni. E’ stato sfidante e anche un po’ superbo illustrarli in poche righe. Ho provato a parlare degli errori più macroscopici in cui, tutti almeno una volta nella vita, ci imbattiamo!
Spero che tu possa dedicare 10-15 minuti al giorno per allenare la voce o anche di più se vorrai, senza stancarti, finché ti diverti! Allenati con costanza, perché solo la ripetizione crea nuove abitudini. Non c’è nessuna disciplina al mondo che non richieda studio, rigore, costanza e tanta… tanta… tanta passione!
Ringrazio Marlene per questo suo prezioso contributo sul mio blog!
Ti aspetto in aula in occasione di uno dei miei Corsi!
Se invece preferisci un Allenamento Individuale Personalizzato,
A prestissimo!
Chiara
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