Aggiornato al: 1 Settembre, 2024

Public Speaking: quando la perfezione diventa una trappola

Confondere il nostro obiettivo può costarci caro. Anche nel Public Speaking.

Se segui il mio blog sai che parlo spesso del Metodo Parlare Chiaro®️ e dell’importanza di soffermarsi, prima di iniziare a preparare un discorso, su due obiettivi. L’obiettivo generale (che può essere motivare, ispirare, educare, intrattenere, persuadere o informare) e l’obiettivo specifico (che risponde alla domanda: cosa vuoi che il tuo pubblico faccia dopo averti ascoltato?)

Senza nulla togliere all’importanza di focalizzare l’obiettivo generale e quello specifico, in questo articolo voglio soffermarmi sull’importanza di un altro obiettivo, un obiettivo più intrinseco, legato alla percezione che spesso abbiamo di noi stessi durante l’apprendimento dell’arte di parlare in pubblico e/o in video.

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Elisa e la Trappola della Perfezione nel Public Speaking

Proprio l’altro giorno, una mia cliente, Elisa, una commercialista, mi manda un video di prova. Si sta esercitando a ripetere l’introduzione di un discorso che abbiamo preparato insieme.

Alla sua primissima prova, Elisa risulta un po’ rigida, focalizzata su quello che deve dire e non sul messaggio. Inoltre la sua introduzione risulta un po’ prolissa. Normalissimo, siamo solo alla prima prova! 🙂

Suggerisco a Elisa di rendere l’introduzione più concisa, tagliando il superfluo e la invito a prestare più attenzione all’uso della voce e del corpo. “Elisa, hai davanti a te degli imprenditori che stanno sottovalutando l’importanza di una corretta pianificazione del passaggio generazionale. Nell’apertura del tuo discorso, condividi delle statistiche relative al tasso di sopravvivenza di aziende familiari al passaggio generazionale. Non sono solo percentuali! Sono un campanello d’allarme e questo deve trasparire dalla tua voce, esattamente come faresti se le raccontassi a tuo marito in cucina. Dai riprova e andrà meglio!” Inoltre invito Elisa a prendere maggiore consapevolezza dei movimenti del suo corpo. Stando ferma, con le gambe leggermente divaricate, avrebbe evitato di dondolare su se stessa, trasmettendo così più autorevolezza e sicurezza.

Poco dopo Elisa mi manda un nuovo video di prova. Incredibile! L’apertura del discorso è molto più diretta e concisa, la voce di Elisa esprime preoccupazione (come è naturale sia date le percentuali bassissime di imprenditori che pianificano il loro passaggio generazionale) e il suo corpo, fermo e stabile, fa trasparire decisamente più autorevolezza.

Subito dopo avermi inviato il secondo video di prova, Elisa mi manda un messaggio Uffa, non sarò mai perfetta”. Ci siamo. Ecco che Elisa è caduta nella trappola della perfezione.

Quando ci alleniamo nel Public Speaking, il nostro obiettivo non deve essere la perfezione, bensì un progresso costante. Quando miriamo alla perfezione, ci facciamo prendere dall’ansia del giudizio e, inconsapevolmente, ci autosabotiamo. Lo stesso accade quando parliamo davanti alla telecamera.

Inoltre, quando miriamo alla perfezione, il pubblico lo percepisce, perché risultiamo emotivamente sconnessi, focalizzati sulla nostra ansia da prestazione e non sul messaggio e le emozioni che vogliamo trasmettere.

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Ci tengo a dire a te le stesse parole che ho detto a Elisa: “Elisa, riguarda la registrazione della tua prima prova e comparala con la seconda. Vedi quanti progressi hai fatto? Ora, riesci a immaginare come sarai tra un anno se, di speech in speech, continuerai a porre attenzione sul tuo messaggio (e non sulle tue paure), sulla modulazione della voce e sui movimenti del corpo? Non è alla perfezione che devi mirare, bensì al progresso continuo.” Da quel momento Elisa si è rilassata e i suoi progressi, di prova in prova, sono stati notevoli.

Valeria e la Trappola della Perfezione nel Public Speaking

Una dinamica simile a quella di Elisa l’ho constatata anche due giorni fa, quando sono stata speaker a Reinventing 2019, l’evento di alta formazione dedicato ai professionisti del no profit, a Milano.

In parallelo al mio si svolgevano altri due workshop. I partecipanti all’evento dovevano dunque scegliere a quale workshop partecipare.

Mi sono posizionata all’ingresso della sala e tre ragazze si sono avvicinate a me. Sorridendomi timidamente mi hanno chiesto: “Se partecipiamo al tuo workshop ci fai parlare sul palco?”

Ho sorriso a queste tre ragazze e le ho tranquillizzate, incoraggiandole a mettersi in gioco in un ambiente informale e protetto.

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Le tre ragazze hanno partecipato al mio workshop. Una di loro, Valeria, alla fine si è anche offerta volontaria per fare un esercizio in pubblico.

La prima versione del suo discorso? Decisamente migliorabile.

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Dopo aver ricevuto feedback costruttivi da me e dalla platea, Valeria ha ripetuto il suo speech ed è stato bellissimo vedere dei notevoli miglioramenti rispetto alla prova precedente.

Ancora una volta quello che conta non è il focus sulla perfezione, bensì sul progresso costante. Quando ci esercitiamo in pubblico diamo la possibilità a noi stessi di sbagliare. Ed è quando sbagliamo e riceviamo feedback costruttivi che abbiamo in mano le chiavi per evolverci. 

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Nel Public Speaking: sì al Progresso Costante, no alla Perfezione

Impegniamoci in ogni occasione a migliorare un po’ alla volta. Focalizziamoci sui miglioramenti che abbiamo già fatto e guardiamo con serenità ai miglioramenti che ci aspettano. Ricordandoci sempre che il nostro pubblico non vuole uno speaker perfetto, bensì uno speaker AUTENTICO, coinvolgente e capace di trasmettere un messaggio chiaro e ben strutturato.

E diciamocela tutta, fuori dai denti: uno speaker perfetto NON esiste e NON esisterà mai. Nemmeno i Campioni Mondiali di Public Speaking sono perfetti 🙂

Il futuro è di quegli imprenditori e professionisti che credono nel miglioramento progressivo e costante.

Vuoi migliorare il tuo Public Speaking e/o il tuo Video Public Speaking? Possiamo farlo insieme, passo per passo.

In questo video ho chiesto ad alcuni dei miei clienti di spiegarmi perché mi hanno scelta. Scopri subito le loro risposte!

Dunque, cosa aspetti?

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A prestissimo!

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