Il nostro corpo quando parliamo in pubblico è un potentissimo strumento di comunicazione. Quanto ne sei consapevole?
Spesso si vedono professionisti raccontare le loro esperienze o le loro competenze ad altre persone, in ambienti informali e “Wow, quanta spontaneità traspare!”. Poi si vedono gli stessi professionisti parlare degli stessi temi davanti ad un pubblico, in un contesto più formale. Inspiegabilmente hanno perso tutta la loro spontaneità e si sono trasformati in:
- Soldatini d piombo: immobili, impassibili, rigidi. La sensazione che suscitano nel pubblico? Si può riassumere in un’unica parola: noia. Anzi no, in due parole: noia mortale. Chi ama guardare per più di pochi minuti una persona che parla fissa e impalata?!
- Leoni in gabbia: passeggiano a destra e sinistra, avanti e indietro sul palco. Non sanno stare fermi. Va bene, a loro questo camminare serve per sciogliere la tensione, ma questa stessa tensione finisce per essere inevitabilmente trasferita sul pubblico!
- Fuggitivi: parlano con lo sguardo rivolto a tutto fuorché al pubblico. Guardano il pavimento, il soffitto, le scarpe dei partecipanti o persino fuori dalla finestra. L’effetto che si crea sul pubblico? Distacco. In più lo speaker così facendo si preclude la possibilità di monitorare direttamente le reazioni del pubblico alle sue parole.
Nel public speaking essere consapevoli di come usare il corpo, oltre che la voce, può certamente fare la differenza, una grande differenza. Ma mettiamo un po’ d’ordine e analizziamo uno ad uno specifici aspetti del body language.
I GESTI:
I gesti nel public speaking servono per diversi scopi:
- Gesti descrittivi: per indicare numeri, forme, dimensioni. In questo caso i gesti fungono da visual aids (supporti visivi). Hanno un valore meramente quantitativo, oggettivo, non emozionale.
- Gesti emozionali: per dare enfasi a certe parole, ad esempio un pugno rivolto verso l’alto per indicare determinazione, le mani tra i capelli per evocare disperazione.
- Gesti suggestivi: sono gesti che possono sostituire le parole, ad esempio: annuire con la testa al posto di dire sì, scuotere la testa al posto di dire no.
- Gesti d’invito: sono gesti che lo speaker fa per portare il pubblico a compiere un’azione, ad esempio applaudire, alzarsi, alzare la mano.
Come speaker dobbiamo sempre tenere presente che tanto più l’audience è ampia, tanto più i gesti devono essere ampi e lenti. La gestualità deve essere convincente e ben visibile per tutti.
I MOVIMENTI SUL PALCO:
Posto che ciondolare su se stessi, camminare da destra a sinistra e viceversa e muoversi avanti e indietro stile ballo del cha-cha-cha NON sono le giuste strategie per usare il palco, analizziamo ora due tecniche di public speaking molto efficaci e purtroppo quasi mai usate. Mi sto riferendo all’uso delle ancore spaziali e della time-line.
Le ancore spaziali servono per “ancorare” contenuti specifici a punti specifici del palco. Ad esempio, se nel tuo speech c’è un dialogo tra due personaggi, ti potresti spostare in un punto del palco per farne parlare uno e in un altro punto del palco per far parlare l’altro. Oppure se nel tuo speech fai riferimento a diversi luoghi, puoi definire quale punto del palco corrisponde a quale luogo e muoverti di conseguenza. A cosa servono le ancore spaziali? Ad aiutare il pubblico ad orientarsi nel tuo discorso, grazie alla visualizzazione dei diversi personaggi e dei luoghi di cui parli.
La time-line è una tecnica avanzata di public speaking. Consiste nell’usare lo spazio per muoversi nel tempo. Se stai parlando della tua infanzia, stai facendo un viaggio nel passato: ti devi spostare in due o tre passi alla tua destra, ovvero alla sinistra rispetto allo sguardo del tuo pubblico. Viceversa, se stai parlando di come desideri invecchiare, ti devi spostare due o tre passi alla tua sinistra, ovvero alla destra rispetto allo sguardo del tuo pubblico. A cosa serve la time-line? Ad aiutare il pubblico ad orientarsi nel tuo discorso.
Ancore spaziali e time-line sono due tecniche che ti consentiranno di usare con consapevolezza il corpo già nel tuo prossimo speech. Ricordati sempre che muoversi va bene, abbiamo detto sopra che essere un soldatino di piombo non è una strategia. L’importante è muoversi con scopo. E non solo. E’ importante anche il NON muoversi con scopo, ad esempio all’inizio dello speech. Quando sali sul palco, ammiri il pubblico, sorridi e, dopo tre secondi di silenzio, inizi a parlare, devi stare fermo. L’incipit è, insieme alla conclusione, il momento più importante dello speech. E’ il momento in cui devi trasmettere autorevolezza e la puoi trasmettere solo stando fermo e ben centrato. In sintesi si può dire: stai fermo per trasmettere autorevolezza e muoviti per mantenere alta l’attenzione.
LE ESPRESSIONI FACCIALI:
Altro elemento fondamentale del linguaggio del corpo è rappresentato dalle espressioni facciali. Puoi usare il viso per esprimere e enfatizzare emozioni come la sorpresa, la rabbia, la gioia, la tristezza, il disgusto, la vergogna, …
L’importante è che le tue espressioni facciali siano sempre allineate con il contenuto del tuo speech. Non puoi parlare di qualcosa che ti rende felice e avere lo sguardo triste. Viceversa, non puoi parlare di un evento triste della tua vita e sorridere, ad esempio.
Allenarsi alla spontaneità e alla coerenza fa parte dell’imparare a padroneggiare l’arte del public speaking.
IL CONTATTO VISIVO:
L’ultimo elemento del linguaggio del corpo è rappresentato dall’eye contact, il contatto visivo. Guardare il pubblico negli occhi è fondamentale per creare e mantenere la connessione emotiva. E’ altrettanto importante perché ti aiuta a calibrare le reazioni del pubblico e a capire se ti sta seguendo, se ci sono sguardi a forma di punto interrogativo o teste a penzoloni.
Imparare a parlare in pubblico in modo efficace richiede allenamento e costanza. L’uso del linguaggio del corpo va anch’esso allenato quando provi i tuoi discorsi per farli diventare più coinvolgenti e memorabili. Abbinalo all’uso delle pause e … vedrai che effetto magico otterrai!
In questo video ti do altri pratici suggerimenti su come usare nel Public Speaking e nel Video Public Speaking!
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A prestissimo!
Chiara
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