Aggiornato al: 15 Luglio, 2024

Elevator Pitch: come assicurarti sempre di fare un’ottima prima impressione

Quante volte ti hanno chiesto: “Chi sei? Cosa fai nella vita? Dai, parlami di te!”

Sembra una domanda facile, eh? Eppure è una delle domande più insidiose.

Molto spesso infatti accade che non siamo pronti a rispondere a questa domanda, dunque improvvisiamo la risposta e non sempre risultiamo efficaci e carismatici nel modo in cui comunichiamo.

Il fatto è che la nostra prima impressione si costruisce nella mente di chi ci ascolta tipicamente in soli 7 secondi, in modo del tutto istintivo. Se non siamo in grado di rispondere efficacemente a queste domande (che ci potrebbero sembrare banali, ma in realtà non lo sono affatto!), andremo a rovinare la nostra prima impressione.

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L’aspetto paradossale è che le persone in questi 7 secondi si fanno un’idea di noi e nei secondi successivi andranno a cercare elementi che confermano la loro prima impressione. Capisci pertanto quanto è importante trasmettere sin dai primissimi istanti un’impressione positiva e autorevole di te stesso, come persona e/o imprenditore?

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Come rispondere alla domanda “Chi sei e cosa fai?” in pochi minuti e lasciare il segno.

Ci sono almeno quattro errori che devi evitare:

  1. Improvvisare sui due piedi una risposta: quando improvvisi infatti rischi soltanto di accozzare tra loro parole e frasi confuse. L’altro non capirà minimamente nulla di quello che stai dicendo e pertanto certamente non si ricorderà di te e non ti potrà mettere in contatto con potenziali clienti o business partner.
  2. Rispondere con tono a “cantilena”: hai presente quel tono ascendente al termine di ogni frase? Dopo due frasi l’interlocutore avrà già spento il cervello e smesso di ascoltarti. Un tono di quel tipo esprime insicurezza e scarsa autorevolezza.
  3. Sottovalutarti: ti sottovaluti quando dici che in fondo non fai nulla di speciale…Scusa: ma se non valorizzi tu il tuo lavoro, chi lo dovrebbe mai apprezzare e valorizzare?!
  4. Rispondere con tono saccente: quando, tipicamente col mento all’insù, esordisci dicendo che “Sai, il mio è un lavoro complesso…”

Tu voi rimanere impresso nella mente di chi ti ascolta, vero? Tu non vuoi né passare inosservato né essere dimenticato, giusto? Ti piacerebbe dare alle persone che ascoltano il tuo Elevator Pitch la possibilità di parlare ad altri di te, vero?

Elevator Pitch: la tecnica della Timeline (il viaggio nel tempo)

Negli incontri di business networking e nei congressi, i tempi per gli Elevator Pitch sono scanditi dal timer. Devi stare di solito in un tempo compreso tra 60 e 180 secondi. In questi casi, una tecnica che ti può risultare molto utile è quella della Timeline.

Come ha fatto ad esempio il mio cliente Giuseppe, CEO di Bastamuffa Srl, in questo suo Pitch nel quale ha raccontato 15 anni di storia aziendale in soli 150 secondi.

Se ci fai caso, Giuseppe nel suo Elevator Pitch ha ripercorso in sequenza cronologica una serie di avvenimenti che hanno segnato la storia della sua azienda.

Attenzione: chiaramente potresti essere chiamato a rispondere alle domande “Chi sei? Cosa fai nella vita? Dai, parlami di te!” non solo in situazioni di business, ma anche nella vita quotidiana. Ecco che anche qui, nonostante non ci sia un timer che scandisca il tempo, devi prestare sempre attenzione a quanto parli. “Sbrodolare” un monologo di dieci minuti non ti farà certamente apparire carismatico e memorabile.

Less is more. Anche nel Public Speaking. E’ meglio che ti presenti in soli 60 secondi, ma incisivi e memorabili, anziché in dieci minuti sconclusionati, ripetitivi e non d’impatto.

Ti consiglio di aver sempre pronti in tasca all’uso diversi tipi di Elevator Pitch, specifici per le diverse tipologie di pubblico con le quali ti interfacci.

Certamente ci sono diversi format e modelli che puoi utilizzare per preparare i tuoi Elevator Pitch. Uno di questi lo trovi qui.

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Elevator Pitch: ti sei mai chiesto cosa ti ha portato a fare quello che fai? E se lo raccontassi?!

Una delle tecniche più efficaci è sicuramente quella dello Storytelling. Spesso, quando lavoro in modalità one to one coi clienti, mi sento dire “Ma io non ho storie eclatanti da raccontare”. Eppure, ogni volta, pazientando un po’ escono sempre degli episodi di vita vissuta che, connessi tra loro, arrivano a formare degli Elevator Pitch semplicemente MERAVIGLIOSI.

 

 

E tu?

Ti sei mai soffermato a pensare a degli episodi che ti hanno portato a fare a quello che fai?

Ti consiglio di mettere a fuoco, munendoti di carta e penna, un po’ di avvenimenti che hanno avuto un impatto sulla storia della tua vita, rispondendo poi alle seguenti domande:

  • A causa o grazie a questo episodio cosa è accaduto?
  • Che cosa mi ha insegnato questo evento?
  • In che modo posso ispirare gli altri attraverso questo episodio personale?

Quando guido i miei Clienti a rispondere a queste domande, accade sempre qualcosa di magico. Sei pronto a sperimentarle anche tu sui tuoi prossimi Elevator Pitch?

I prossimi step

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A prestissimo!

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