Comunicare concetti complessi è un’arte che richiede un equilibrio delicato: essere precisi ma accessibili, dettagliati ma comprensibili. Spesso, nelle mie aule, mi rendo conto di quanto sia facile cadere nella “trappola della conoscenza”. Questa trappola si verifica quando chi parla presume che il pubblico abbia lo stesso livello di familiarità con l’argomento trattato, dimenticandosi che chi ascolta potrebbe non avere lo stesso bagaglio di conoscenze.
Il risultato? Confusione, frustrazione e… disattenzione! Questo accade non solo nel Public Speaking verso clienti o fornitori, ma anche nei meeting interni, dove si parla con termini troppo tecnici o gergo aziendale, creando di fatto un muro comunicativo.
Quando svolgo esercizi nelle mie aule Corporate, invito spesso i partecipanti a spiegare concetti complessi in modo semplice, immaginando di parlare a un bambino o a una persona senza competenze specifiche. Questo tipo di esercizio li aiuta non solo a semplificare, ma li spinge anche a usare un linguaggio più vicino alle persone, usando metafore e analogie che rendono il discorso immediatamente più comprensibile.
Come sosteneva Leonardo da Vinci, “La semplicità è la suprema sofisticazione”. In altre parole, semplificare non significa banalizzare, ma è una vera e propria arte per elevare i tuoi contenuti. La nostra mente tende a lavorare a risparmio energetico: ci esprimiamo senza sforzo, spesso dando per scontato che chi ci ascolta capisca esattamente quello che intendiamo. Ma educare la mente alla semplificazione richiede allenamento; è necessario imparare a porsi le domande giuste. Vediamone insieme alcune.
Domande chiave per rendere un discorso chiaro:
1. Chi è il mio pubblico?
Capire a chi ti rivolgi è fondamentale. Ogni pubblico ha un livello di comprensione diverso e il linguaggio va adattato di conseguenza. Se parli a esperti, puoi addentrarti nei dettagli tecnici; se ti rivolgi a un pubblico più generalista, dovrai ridurre la complessità. Se il pubblico è misto, dovrai riuscire a coinvolgere tutti, non annoiando gli esperti e rendendo le informazioni accessibili ai meno esperti. Semplificare è, in altre parole, un atto di empatia e inclusione.
2. Cosa è davvero importante?
Scegliere le informazioni essenziali è cruciale. Non tutto è ugualmente rilevante. Riempire un discorso di dettagli superflui rischia di offuscare il messaggio principale. Nelle mie aule, noto spesso che chi presenta tende a esagerare con i dettagli tecnici. Un trucco che suggerisco è quello di focalizzarsi sull’obiettivo della presentazione e liberarsi di tutto ciò che non aggiunge valore al pubblico. Le presentazioni più efficaci, del resto, sono quelle che vanno dritte al punto, consentendo allo speaker di catturare e mantenere alto l’interesse del pubblico.
3. Come posso semplificare i concetti?
L’uso delle metafore è un potente strumento per semplificare. Se dovessi spiegare con una metaforare il processo di apprendimento dell’arte del Public Speaking, potrei dire, ad esempio, che è come imparare a guidare un’automobile: all’inizio sembra complicato, perché devi coordinare più azioni insieme, ma con la pratica diventa tutto sempre più naturale. Semplificare non significa perdere autorevolezza, anzi, tutt’altro! Comunicare in modo chiaro e comprensibile rende il messaggio più forte e lo speaker più autorevole.
A volte, chi parla pensa che usare termini tecnici conferisca più credibilità, ma in realtà spesso succede il contrario: il public speaking è un atto di generosità e condivisione, non una dimostrazione di quanto si è esperti.
La mia esperienza in aula
Nelle mie aule Corporate, uno degli esercizi che trovo più efficaci è chiedere ai partecipanti di spiegare il loro lavoro in modo che anche un bambino possa capirlo. Questo tipo di esercizio non solo semplifica il concetto, ma aiuta anche a vedere il proprio lavoro da una prospettiva diversa, spingendo a cercare modi più creativi di raccontarlo.
Vediamo alcuni esempi di concetti complessi semplificati:
• Medicina: spiegare l’ECG a un paziente come “una macchina che legge il battito del cuore e lo traduce in onde che possiamo interpretare”.
• Tecnologia: raccontare come funziona un server, paragonandolo a un postino che consegna messaggi a chi ne ha bisogno.
In definitiva, l’arte della chiarezza è fondamentale per chiunque debba spiegare concetti tecnici o complessi. La capacità di mettersi nei panni del proprio interlocutore, semplificare senza perdere di precisione, usando anche metafore e analogie, è essenziale per rendere un discorso illuminante ed elevare l’autorevolezza dello speaker. Inoltre, la mia esperienza mi insegna che il costante allenamento alla semplificazione è la chiave per creare ambienti di lavoro più produttivi ed efficienti.
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Un abbraccio,
Chiara
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